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Crisi climatica, riscaldamento globale verso i 2 gradi: si decide tutto in questo decennio

Le azioni sottoscritte dai Paesi nel corso delle ultimi anni per contrastare la crisi climatica deve potrebbero permetterci di limitare il riscaldamento globale sotto la soglia dei 2 gradi, ma solo se implementate nella loro completezza e nei tempi giusti. Lo rivela uno studio pubblicato pochi giorni fa sulla rivista scientifica Nature.

Sebbene la comunità scientifica abbia sempre posto come limite tollerabile per il Pianeta Terra e la biosfera (e quindi anche per noi) un riscaldamento di 1,5 gradi, oggi, dopo anni di decisioni – e soprattutto indecisioni – sulle azioni climatiche, sappiamo che tale obiettivo sembra ormai difficile da raggiungere.

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Sì perché, come rivela questo studio e gli ultimi report realizzati dagli scienziati dell’IPCC, il Mondo viaggia veloce verso un riscaldamento di oltre 1,5 gradi. Quella di 1,5 gradi è per anni stato l’obiettivo, una soglia simbolica (e non) a cui aspirare per poter continuare a vivere come oggi, senza trovarci costretti ad affrontare le conseguenze della crisi climatica.

Negli ultimi rapporti dell’IPCC, però, gli scienziati hanno concordato sul fatto che superare la soglia di 1,5 gradi provocherebbe una serie di conseguenze irreversibili per il Pianeta, e fermare questi eventi a cascata potrebbe risultarci quasi impossibile.

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Superata la soglia di 1,5 gradi, significherebbe quindi arrendersi al futuro? No, anzi: l’urgenza di mettere in atto azioni climatiche sarebbe ancora più forte, perché ogni decimo di grado fa la differenza. Questo studio pubblicato su Nature ha infatti analizzato come le decisioni sottoscritte dai Paesi tra il 2015 e il 2021 ci permetterebbero ancora di limitare il riscaldamento sotto i 2 gradi. Insomma, abbiamo fallito ma non dobbiamo assolutamente arrenderci.

Secondo stime realizzate prima della Cop26, le decisioni climatiche ci avrebbero garantito meno del 50% delle possibilità di frenare il riscaldamento globale sotto la soglia dei 2 gradi. Ora invece abbiamo buone possibilità di restare sotto i 2 gradi, sebbene questa sia comunque una soglia elevata di riscaldamento globale che comporterebbe conseguenze importanti su larga scala.

Con un riscaldamento globale di 1.5°C osserveremmo un innalzamento del livello del mare su scala globale, sotto dei 10 cm, rischieremmo di vedere il Mare Glaciale Artico privo di ghiaccio in estate una volta al secolo e perderemmo tra il 70 e il 90 per cento delle barriere coralline. Con un riscaldamento di 2 gradi il Mar Glaciale Artico rimarrebbe senza ghiaccio almeno una volta ogni decennio, perderemmo quasi tutte le barriere coralline e il livello del mare aumenterebbe di oltre 10 centimetri a livello globale. Con un riscaldamento di 2 gradi i Paesi del Mediterraneo si troveranno costretti ad affrontare il problema della scarsità d’acqua, a causa delle poche piogge, di ondate di caldo sempre più intense e scarse riserve idriche.

Per poter limitare il picco del riscaldamento globale sotto i 2 gradi però bisogna implementare tutte le promesse fatte dall’Accordo di Parigi fino la Cop26 nei tempi stabiliti. Con una adozione totale delle misure sottoscritte dagli Stati, entro il 2100 sarebbe infatti possibile raggiungere un riscaldamento massimo stimato di 1,9 o 2 gradi.

Ma c’è ancora spazio di manovra: quello che facciamo e decidiamo da qui al 2030 sarà fondamentale per frenare il riscaldamento globale più verso la soglia di 1,5 gradi. Secondo lo studio, mantenendo tutte le promesse sottoscritte fino ad oggi, anche le più stringenti, le temperature globali sono destinate ad aumentare fino a 1,5 gradi già poco dopo il 2030.

Quello che succederà negli anni a seguire dipenderà strettamente da quello che decidiamo oggi. Con un intervento deciso e condiviso a livello planetario potremmo limitare l’aumento delle temperature, senza allontanarci troppo dai 1,5 gradi. Se adottiamo misure più blande è facile che la temperatura globale possa aumentare fino a 1,7 o 1,8 o 2 gradi o più.

Tutto dipende da quello che faremo in questo decennio. Se vogliamo raggiungere questo obiettivo climatico, se vogliamo sottrarre decimi e centesimi di grado alla temperatura terrestre dobbiamo impegnarci in tempi brevi con politiche efficaci e ridurre significativamente le emissioni, spingendo verso un calo delle emissioni di anidride carbonica del 45% entro il 2030. E i Paesi che non hanno ancora aderito all’obiettivo delle emissioni zero, dovrebbe farlo il prima possibile. Serve un impegno maggiore, una visione chiara e una cooperazione internazionale, altrimenti, come successo per gli 1,5°C, potremmo veder sfumare di nuovo l’obiettivo e pagare un prezzo ancora più alto.

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