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Fotovoltaico, a Filadelfia processo di approvazione ridotto a soli 3 giorni

Lunghissimi i tempi per l’approvazione e l’installazione di impianti fotovoltaici: a Filadelfia il processo è stato accorciato per favorire la produzione di energia solare, con benefici per il clima e per la società.

A portare avanti questa causa è stato Marc Shackelford-Rowell, un project manager di un’azienda si energia solare Solar States con sede e Filadelfia. Il suo obiettivo era quello di rendere il processo più facile e veloce.

A Filadelfia, il processo per richiedere il permesso per nuove installazioni di impianti fotovoltaici richiedeva più di un mese insieme a tanta burocrazia. E i progetti venivano tenuti spesso in sospeso per la revisione. Questo frenava ogni iniziativa dei costruttori, che avevano intenzione di aggiungere pannelli solari alle nuove costruzioni. Il processo di richiesta dei permessi, insieme ad altri costi operativi, hanno di fatto aumentato il costo finale di ogni progetto.

Per questo motivo, Marc Shackelford-Rowell ha lavorato insieme ad altre aziende e agenzie della città di Filadelfia per sviluppare un processo molto più snello e veloce per installare nuovi pannelli solari in edifici residenziali. Oggi gli appaltatori possono semplicemente compilare un modulo online e ottenere l’approvazione in soli 3 giorni. 

Rinnovabili: in Italia il processo richiede tempi bibilici

Da un mese a tre giorni a Filadelfia, mentre in Italia ci vogliono anni. Tra procedure di autorizzazione, valutazione impatto ambientale, blocchi da parte delle sovrintendenze, norme regionali disomogenee e contenziosi tra istituzioni, i tempi di installazione di impianti rinnovabili in Italia quasi infiniti.

Secondo il rapporto “Scacco matto alle Rinnovabili” di Legambiente le “regole e procedure portano i tempi medi per ottenere l’autorizzazione alla realizzazione di un impianto eolico, ad esempio, a 5 anni contro i 6 mesi previsti dalla normativa. Tempi infiniti per le imprese, ma anche e soprattutto per la decarbonizzazione, che ha bisogno di un quadro normativo, composto di regole chiare, e semplici da applicare, e che diano tempi certi alle procedure ma anche di linee guida che indichino come le diverse tecnologie debbano essere realizzate pensando sia agli obiettivi di decarbonizzazione nel 2050 sia al modo migliore di integrarle nei territori”.

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Inoltre, la lentezza della burocrazia “ha anche altre ripercussioni sulle imprese e sulla realizzazione degli stessi impianti. Infatti, a causa di tempi così lunghi si rischia, una volta ottenuta l’autorizzazione di ritrovarsi con progetti tecnologicamente superati che richiedono necessariamente una variante sul progetto autorizzato”.

Per questo “è necessario e urgente una revisione delle linee guida, rimaste ferme al DM del 2010, con un inquadramento aggiornato del comparto delle fonti rinnovabili e attraverso un lavoro congiunto tra MITE, MISE e
Ministero della Cultura il varo di un Testo Unico che semplifichi gli iter di autorizzazione degli impianti, definisca in modo univoco ruoli e competenze dei vari organi dello Stato e dia tempi certi alle procedure”.

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