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Cambiamenti climatici: nuovo importante sbiancamento della Grande Barriera Corallina australiana

Tristi notizie arrivano dall’Australia: giovedì 17 marzo l’agenzia governativa che si occupa della Grande Barriera Corallina (GBRMPA) ha dichiarato che si è verificato un nuovo e grave sbiancamento di massa dei coralli. Il fenomeno è stato osservato dopo una lunga fase di caldo anomalo che si è protratta per settimane. Dopo episodi di questo tipo, i coralli possono riprendersi se la temperatura dell’acqua torna a calare in breve tempo ma purtroppo gli scienziati hanno accertato che buona parte del corallo è già morta. “Nelle aree della Grande Barriera Corallina centrale dove lo stress da calore è stato peggiore quest’estate, stiamo iniziando a vedere una certa mortalità dei coralli” queste le parole del capo scienziato della GBRMPA David Wachenfeld.

La Grande Barriera Corallina australiana è la più grande estensione di corallo esistente nel mondo, composta da oltre 2900 barriere coralline singole e da 900 isole; si estende per 2300 km, su una superficie di circa 348900 km². Proprio a causa dell’aumento delle temperature, il primo evento di sbiancamento è stato registrato nel 1998 e poi si sono verificati episodi via via più frequenti nel 2002, 2016, 2017 e 2020. Quello in corso in queste settimane è il sesto e ci ricorda ancora una volta l’urgenza di intervenire per contrastare la crisi climatica. Le indagini aeree condotte hanno mostrano importanti sbiancamenti sia nella regione centrale che in alcune zone nella parte più settentrionale.

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Terry Hughes, professore di biologia marina alla James Cook University nel Queensland, noto per le sue ricerche sugli eventi globali di sbiancamento dei coralli causati dai cambiamenti climatici, tanto che la rivista scientifica Nature lo ha soprannominato nel 2016 “la sentinella della barriera corallina”, ha affermato: “Abbiamo tirato tutti un sospiro di sollievo perché i coralli che erano pallidi a dicembre hanno riacquistato il loro colore a gennaio e febbraio. Ma nelle ultime tre settimane ci sono state segnalazioni di sbiancamento da moderato a forte lungo tutta la barriera corallina“.

La quantità di stress da calore sulla barriera corallina tende a raggiungere il picco tra l’inizio e la metà di marzo di ogni anno, ma gli scienziati hanno iniziato a preoccuparsi già a dicembre, dopo che la temperatura dell’acqua è salita a livelli record per quel mese. Le osservazioni del Bureau of Meteorology mostrano temperature dell’acqua comprese tra 1°C e 2°C sopra la media in ampie aree della barriera corallina. Il capo della campagna Australian Marine Conservation Society, Lissa Schidler, ha dichiarato: “La cosa più preoccupante è che questo massiccio fenomeno avviene durante l’evento meteorologico di La Niña che è caratterizzato da pioggia e nebbia sulla costa orientale dell’Australia e che generalmente aiuta a raffreddare l’acqua“.

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Molti scienziati della barriera corallina hanno affermato che sforzi come la ricerca di specie di coralli più resistenti al calore, il miglioramento della qualità dell’acqua e la rimozione delle stelle marine che si nutrono di coralli non miglioreranno la situazione a meno che le emissioni di gas serra non vengano ridotte rapidamente in modo da porre un freno al riscaldamento globale.

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