La PLASTICA inquina anche i POLI DELLA TERRA: rinvenute perfino particelle di PNEUMATICI
Neppure i poli del nostro Pianeta si salvano dall’inquinamento della plastica.
Per la prima volta gli scienziati hanno infatti individuato delle nanoplastiche, ancora più piccole e tossiche delle microplastiche, che erano già state trovate praticamente in ogni angolo del nostro globo, dalla vetta dell’Everest alle regioni più ignote e profonde degli oceani, e che suscitano preoccupazione anche per la salute umana. I loro effetti sul nostro organismo sono infatti ancora ignoti, ma sappiamo ormai per certo che la plastica ha inquinato anche i nostri corpi, con minuscole particelle che ingeriamo, con il cibo e con l’acqua che proviene dalle bottiglie di plastica, e addirittura respiriamo insieme all’aria.
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Ai poli, le nanoplastiche sono arrivate da molto più tempo di quanto potessimo aspettarci: i ricercatori che hanno analizzato del ghiaccio proveniente dalla Groenlandia hanno scoperto che la plastica sta inquinando questa regione così remota da almeno 50 anni.
La spiegazione che al momento appare più probabile è che le nanoparticelle di plastica abbiano raggiunto il Polo Nord trasportate dal vento e che siano arrivate da città del Nord America o dell’Asia.
Le nanoplastiche sono state rinvenute anche al Polo Sud, nel ghiaccio marino del Canale McMurdo in Antartide, dove secondo gli scienziati sono probabilmente arrivate attraverso le correnti oceaniche.
Nel ghiaccio artico erano già state trovate delle microplastiche, ma solo i più recenti metodi di rilevamento hanno permesso di analizzare le nanoparticelle, molto più piccole.
I ricercatori hanno scoperto che metà delle nanoplastiche rilevate al Polo Nord erano polietilene, materiale utilizzato in sacchetti e imballaggi di plastica monouso, un quarto erano particelle di pneumatici, un quinto erano polietilene tereftalato, che si utilizza nelle bottiglie e nei vestiti.
Anche in Antartide metà delle nanoplastiche erano polietilene, ma qui non sono state trovate particelle provenienti da pneumatici: secondo gli scienziati è dovuto alla maggiore distanza dalle aree popolate. Il secondo tipo di nanoplastiche più frequenti al Polo Sud è rappresentato dal polipropilene, utilizzato per tubi e contenitori per alimenti.
La ricerca è stata pubblicata da Environmental Research.
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