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Tutela dell’AMBIENTE nella COSTITUZIONE, arriva il primo sì in Senato. Cosa succede adesso

Mercoledì 9 giugno è arrivato il primo sì in Senato all’inserimento della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi nella Costituzione Italiana.

Il disegno di legge riguarda in particola l’articolo 9 della nostra Carta (La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione), a cui si aggiungerebbero i commi:

«Tutela l’ambiente e gli ecosistemi, come diritto fondamentale della persona e della comunità, promuovendo le condizioni che rendono effettivo questo diritto.
Persegue il miglioramento delle condizioni dell’aria, delle acque, del suolo e del territorio, nel complesso e nelle sue componenti, protegge la biodiversità e promuove il rispetto degli animali.
La tutela dell’ambiente è fondata sui princìpi della precauzione, dell’azione preventiva, della responsabilità e della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente».

Il provvedimento prevede una modifica anche per l’articolo 41 della Costituzione, specificando che l’iniziativa economica non possa svolgersi in modo da recare danno alla salute e all’ambiente e che la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini ambientali.

Alla base delle modifiche c’è il principio per cui la tutela dell’ambiente è a tutti gli effetti un diritto dell’uomo, che è necessario garantire e per questo va inserita nella Carta Costituzionale.

Il via libera di Palazzo Madama è arrivato proprio nel giorno in cui la Noaa, l’agenzia degli Stati Uniti per la meteorologia e il clima, annunciava un nuovo preoccupante record della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera.

Tutela dell’ambiente nella Costituzione: la votazione

Palazzo Madama si è espresso in modo piuttosto deciso: 224 i voti a favore, 23 gli astenuti e nessun parere contrario.

Ad astenersi, il gruppo di Fratelli d’Italia e i senatori di Azione. Tra i favorevoli ci sono i voti del Movimento 5 Stelle, del Partito Democratico e di Forza Italia, che hanno parlato di passo «storico» ed «epocale».

La prima firmataria del ddl è la senatrice e capogruppo di Leu al Senato Loredana De Petris, che in dichiarazione di voto ha sottolineato che «senza una grande rivoluzione culturale non riusciremo a correggere una situazione già molto grave, che mette a rischio la riproduzione delle risorse e dunque la riproduzione della vita stessa».

Il sì del Senato è stato salutato con favore anche dal presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, per il quale «rappresenta un’ottima notizia».
«È un passo importante e fondamentale rispetto ad un tema cruciale per il Paese – ha detto Ciafani -, che deve misurarsi anche con il grande problema della crisi climatica, da affrontare con azioni e interventi immediati e mirati, e delle questioni ambientali irrisolte, e allo stesso accelerare sulla transizione ecologica tutelando e valorizzando ambiente, biodiversità ed ecosistemi. Si tratta di temi chiave che entreranno tra i principi fondamentali della Costituzione e che ci ricordano come la Penisola sia culla di preziose bellezze paesaggistiche e scrigno di biodiversità da preservare. Il nostro auspicio è che il testo, che ora approderà alla Camera, venga licenziato in via definitiva in tempi rapidi. Nella nostra straordinaria Costituzione non possono più mancare questi temi al centro ormai delle politiche mondiali ed europee».

Per il WWF siamo davanti a un «primo storico passo verso il riconoscimento della protezione dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali, nell’interesse delle future generazioni, quale principio fondamentale del nostro ordinamento».

«Il riconoscimento costituzionale della tutela dell’ambiente è una battaglia storica del WWF – ha sottolineato l’organizzazione -, che infatti è stato chiamato a prendere parte ai lavori in Commissione Affari Costituzionali del Senato, che hanno portato alla elaborazione del testo oggi approvato a larga maggioranza.
Ora chiediamo che la Camera licenzi il testo con altrettanta rapidità e con un consenso ancora più ampio, affinché si possa giungere alla definitiva approvazione, nel rispetto della procedura prevista dall’art. 138, prima della conclusione della Legislatura. Per rendere realmente concreto questo traguardo, è però necessario che la legislazione ordinaria, statale e regionale, sia sempre più attenta alla tutela ambientale».

I prossimi passi

Il ddl passerà ora al vaglio della Camera, ma i tempi saranno ancora piuttosto lunghi: trattandosi di un disegno di legge costituzionale saranno infatti necessarie due letture in ciascuna Aula, con un intervallo di almeno 3 mesi tra le deliberazioni.

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