Al Nord la PRIMAVERA PIÙ FREDDA degli ultimi 30 anni, ma MAGGIO è stato a corto di pioggia
Il mese di maggio non ha mostrato caratteristiche sostanzialmente diverse rispetto ai precedenti due mesi primaverili, evidenziando ancora una carenza di precipitazioni (-14% di anomalia a livello nazionale) e temperature generalmente contenute (-0.6°C di anomalia a livello nazionale).
Lo scarto della temperatura media sull’intero territorio, in controtendenza rispetto al trend in crescita della serie storica, è il risultato della combinazione fra le anomalie leggermente positive delle regioni meridionali e delle Isole (+0.5°C al Sud, +0.3°C in Sicilia, +0.1°C in Sardegna), frequentemente lambite da masse d’aria calda, e le anomalie negative delle regioni centro-settentrionali (-1.4°C al Nord-Ovest, -1.6°C al Nord-Est, -0.5°C al Centro), maggiormente esposte al transito di masse d’aria fredda.
Al Nord la primavera più fredda degli ultimi 30 anni
Più degno di nota è il dato relativo all’intera primavera (-0.5°C a livello nazionale) che rappresenta il valore più basso degli ultimi 17 anni. Sempre in primo piano, anche nel caso stagionale, le regioni centro-settentrionali, in particolare il Nord che ha fatto registrare la più fredda primavera degli ultimi 30 anni, per via soprattutto del dato osservato al Nord-Est (-1.1°C) che, rispetto alle altre zone del Paese, è l’unico settore ad aver avuto tutti e tre i mesi primaverili sotto la media; per trovare un valore più basso al Nord nel suo insieme, e in particolare al Nord-Est, occorre tornare indietro fino alla primavera del 1991.
Queste condizioni sono state determinate dalla particolare configurazione della circolazione atmosferica che, nel corso della primavera, ha visto una netta propensione da parte dell’alta pressione atlantica ad occupare le alte latitudini lasciando esposto il nostro continente e l’Italia alle correnti più fresche e perturbate (segno evidente di un indice NAO – North Atlantic Oscillation – negativo, in particolare nel bimestre aprile-maggio).
Maggio 2021: 15 perturbazioni ma poche piogge
Tornando al mese di maggio, nonostante il transito di numerose perturbazioni (in tutto 15 sistemi nuvolosi), che si sono rivelate maggiormente efficaci al Nord, le precipitazioni, come sopra accennato, sono state mediamente sotto la norma.
Le uniche zone caratterizzate da accumuli più abbondanti della media sono state il Levante ligure, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. In particolare il dato di queste ultime due regioni ha conferito all’intero Nord-Est un valore positivo all’anomalia mensile (+39%), mentre tutto il resto del Paese è stato connotato da scarti negativi, più pesanti al Centro-Sud e sulla Sicilia (-8% al Nord-Ovest, -57% al Centro, -49% al Sud, -70% in Sicilia, -29% in Sardegna). Quello relativo alle regioni centrali è il 4° valore più basso dalla fine degli anni ‘50, mentre il dato relativo al Sud e Isole nel loro insieme, pari a -48%, si classifica 8° fra i più bassi della serie storica.
Anche l’intero trimestre primaverile, oltre ad essere stato più freddo della media, si è distinto per la scarsità di precipitazioni con un’anomalia pari a -22% a livello nazionale, che rappresenta il 7° valore più basso dalla fine degli anni ’50. Il comportamento del mese di maggio, così come quello dei precedenti due mesi primaverili, non ha fatto altro che trascinare ancor più verso la norma i valori calcolati da inizio anno. Così i primi cinque mesi del 2021 risultano sempre un po’ più caldi e un po’ più piovosi della media, ma con anomalie decisamente contenute: +0.2°C per la temperatura media e +4% per le precipitazioni sul territorio nazionale nel suo insieme.
A livello globale, secondo le elaborazioni del Copernicus climate Change Service, il mese di maggio è stato il 5° più caldo alla pari con il 2018, con un’anomalia di +0.26°C sopra la media del trentennio 1991-2020, più bassa solo del 2020, 2016, 2017 e 2019. Fra le varie aree del globo si nota quella europea che evidenzia in gran parte delle anomalie negative proprio a causa della particolare circolazione atmosferica che ha interessato il comparto euro- atlantico, la quale ha determinato un’anomalia di -0.46°C nell’insieme del continente, ma con gli scarti più vistosi sui Paesi centro-settentrionali, in particolare in Germania, che ha sperimentato il più freddo maggio dal 2010, e nel Regno Unito, che ha visto temperature massime fra le più basse della serie storica.
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