INCENDI e CLIMA, in fiamme sempre più zone che prima erano inviolate: coinvolta anche l’EUROPA
Influenzando il clima del Pianeta l’umanità sta modificando anche la mappa degli incendi, che ora devastano anche zone precedentemente inviolate.
Naturalmente gli incendi hanno sempre fatto parte del nostro mondo, ma gli scienziati hanno scoperto che si stanno spostando verso ecosistemi che prima non dovevano affrontare questo problema, e c’è lo zampino del clima.
Fa sempre #caldo e c’è sempre più #siccità: gli #incendi si stanno letteralmente spostando verso zone che non erano abituate a far fronte a questo tipo di catastrofi. Nel mirino anche la nostra Europa:
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A far luce su come il clima sta influenzando gli incendi è il giornale britannico The Guardian, che ha analizzato i dati registrati in tutto il mondo negli ultimi 20 anni. Dalla ricerca è emerso che i roghi si stanno letteralmente spostando: come spiegano gli scienziati, infatti, l’area complessiva delle zone bruciate nel mondo è rimasta relativamente statica nel periodo analizzato, ma è evidente uno spostamento degli incendi, che colpiscono più foreste e meno praterie. In particolare, in Africa si osserva una riduzione dei roghi nella savana, mentre negli ultimi anni gli incendi hanno devastato aree che prima erano relativamente libere da questo problema, come alcune zone della California, dell’Australia, della Siberia e del Pantanal, in Sudamerica.
Secondo gli esperti, è colpa nostra: la mappa degli incendi sta cambiando per il clima sempre più caldo, che sta trasformando le foreste in vere e proprie polveriere, e anche per come stiamo modificando il territorio, trasformando le praterie in campi agricoli, agglomerati urbani e strade.
Non conosciamo ancora del tutto le conseguenze di questa evoluzione, ma gli scienziati sono preoccupati: lo spostamento degli incendi probabilmente provocherà maggiori emissioni di anidride carbonica proveniente dalle foreste in fiamme e modificherà anche la biodiversità tipica delle praterie, che sono più adatte a sopportare il fuoco.
Citato dal Guardian, il ricercatore Niels Andela dell’Università di Cardiff ha avvertito che molto probabilmente lo spostamento degli incendi è destinato a diventare sempre più evidente, investendo anche altre parti del mondo.
Con il clima cambiano anche gli incendi, e si spostano verso nuove zone
Tra le aree un tempo inviolate che negli ultimi anni sono state colpite con più violenza dagli incendi ci sono alcune parti dell’Australia e della California, l’Amazzonia e anche l’Europa meridionale.
L’Australia, per esempio, ha dovuto far fronte a una stagione degli incendi senza precedenti l’anno scorso. Tra le sue peculiarità c’è stata anche la diffusione geografica dei roghi: come spiega il Guardian, le zone dell’Australia che storicamente sono quelle più colpite dagli incendi sono quelle meno popolate, a nord e a ovest. Di recente, invece, gli incendi hanno colpito il sud-est, divorando anche foreste che non erano abituate a fronteggiare roghi di quella portata.
Il dottor Canadell, capo ricercatore del Climate Science Center presso l’Organizzazione per la ricerca scientifica e industriale del Commonwealth in Australia, ha spiegato come il clima abbia influito sugli incendi che hanno messo in ginocchio il Paese. L’Australia aveva vissuto una stagione da record per il caldo, con le temperature più elevate che fossero mai state registrate in oltre 100 anni e una siccità senza precedenti che si era prolungata per due anni, prosciugando le foreste del sud-est e creando le condizioni ideali per la proliferazione del fuoco. Canadell ha avvertito che questa situazione è il sintomo di una tendenza che probabilmente è destinata a proseguire.
«Non ci sono dubbi sul fatto che i cambiamenti del clima siano stati un fattore molto significativo nell’attività estrema degli incendi della scorsa stagione» ha sottolineato lo scienziato, spiegando che la temperatura media del Paese è già aumentata di un grado rispetto ai livelli preindustriali, «con ondate di calore molto più intense e durature di prima» e una siccità sempre più estrema.
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Anche in California gli incendi hanno devastato zone che non erano abituate a far fronte a catastrofi di questo tipo.
Il professor John Abatzoglou, dell’Università della California, ha spiegato che il clima più caldo e secco degli ultimi anni ha reso vulnerabili agli incendi anche nuove zone dello stato.
Il dottor Matthew W Jones, ricercatore associato presso il Tyndall Center for Climate Change Research dell’Università dell’East Anglia, ha affermato che «negli ultimi 20 anni, l’area bruciata dagli incendi boschivi in California ha registrato un sorprendente aumento di otto volte» e ha spiegato che «cambiamenti su questa scala non si vedono solo in California, ma più in generale nelle foreste degli Stati Uniti occidentali». A causa dei cambiamenti climatici, ha avvertito lo scienziato «l’acqua sta diventando più scarsa, e le foreste si stanno prosciugando più regolarmente durante la primavera, l’estate e l’autunno. Essenzialmente, le foreste si stanno trasformando in vere e proprie polveriere ricche di materiale combustibile».
Negli ultimi anni anche l’Amazzonia brasiliana ha dovuto affrontare sempre più incendi: quasi tutti sono stati dolosi, quindi innescati direttamente dall’uomo, ma gli esperti affermano che il clima gioca comunque un ruolo fondamentale nell’influenzare la loro gravità. I cambiamenti climatici stanno infatti rendendo più vulnerabile soprattutto il sottobosco della foresta pluviale, sempre più caldo e più secco.
Non si salva neanche la nostra Europa, e in particolare i settori meridionali del continente. «Il clima mediterraneo ha sempre portato allo sviluppo di incendi nella stagione secca – spiega il professor Chase della California State University -, ma le dimensioni che hanno assunto (negli ultimi anni, ndr) sono chiaramente associate ai recenti cambiamenti». Sotto accusa ci sono sempre le temperature sempre più elevate e la siccità sempre più estrema, che creano il mix ideale per lo sviluppo degli incendi anche in zone dell’Europa dove prima se ne registravano di meno.
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