Si è chiuso il BUCO DELL’OZONO eccezionale del 2020: gli aggiornamenti
Si è finalmente chiuso a dicembre il buco dell’ozono da record che ha segnato il 2020. L’annuncio è arrivato dalla World Meteorological Organization.
Il buco dell’ozono che si è sviluppato nel 2020 è stato uno dei più grandi e profondi mai registrati dall’inizio del monitoraggio: è cresciuto rapidamente soprattutto dalla seconda metà di agosto e il 20 settembre ha raggiunto il picco di circa 24,8 milioni di chilometri quadrati, diffondendosi su gran parte del continente antartico. A renderlo eccezionale, però, è stata soprattutto la sua durata:
Buco nell’ozono, i fattori in gioco
Come spiegano gli esperti dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, le distruzione chimica dell’ozono dipende strettamente dalle nubi stratosferiche polari, che si formano solo a temperature inferiori ai -78 gradi. Per questo la temperatura della stratosfera, ovvero lo strato dell’atmosfera che si trova all’incirca tra i 10 e i 50 km di altitudine, gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo del buco dell’ozono.
Un altro elemento chiave è il sole: le nuvole stratosferiche polari contengono cristalli di ghiaccio in grado di trasformare i composti non reattivi in composti reattivi, e che quindi possono distruggere rapidamente l’ozono quando la luce solare permette di avviare le reazioni chimiche.
Per questo il buco dell’ozono appare tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera per l’emisfero australe. Di solito, le sue dimensioni aumentano nel corso della primavera e, dopo un picco massimo che normalmente si registra tra settembre e ottobre, rallenta nella tarda primavera finché, in dicembre, i livelli di ozono tornano alla normalità.
Nel 2020 il vortice polare si è dimostrato particolarmente forte, stabile e freddo, e ha mantenuto su valori costantemente bassi la temperatura dello strato di ozono sull’Antartide. Per gran parte della stagione le concentrazioni di ozono stratosferico hanno raggiunto valori prossimi allo zero e secondo quanto riferito dal programma europeo Copernicus il buco si è chiuso solo il 28 dicembre.
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