Tornano caldo intenso e afa, come affrontarli: categorie a rischio e consigli
Tornano caldo intenso e afa, i consigli del Ministero della Salute per difendersi dal caldo
L’estate 2020 sembrava trascorrere senza caldo intenso e afa grazie alla presenza dell’anticiclone delle Azzorre e l’assenza dell’Anticiclone Nord Africano (guarda il VIDEO Anticiclone delle Azzorre o Africano? Ecco cosa cambia), invece l’ultima settimana di Luglio vedrà una vera inversione di rotta con la seconda ondata di caldo della stagione. Il Ministero della Salute ha emesso bollini arancioni, in particolare, per la giornata di mercoledì 29 luglio è stato emesso il bollino arancione su 10 città, ma in generale le previsioni per questa settimana lasciano presagire che per tutte le giornate, in particolare al centro-sud, sarà necessario prestare attenzione agli effetti che il caldo può avere sulla nostra salute.
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Gli esperti del Ministero della Salute sottolineano che il caldo estremo rappresenta un rischio, soprattutto tra le persone che hanno «limitata capacità di termoregolazione fisiologica o ridotta possibilità di mettere in atto comportamenti protettivi». Tra le categorie più a rischio il Ministero evidenzia gli anziani, i neonati e i bambini, le donne in gravidanza, le persone con malattie croniche, disturbi psichici e/o ridotta mobilità, le persone non autosufficienti, le persone che assumono regolarmente farmaci o che fanno uso di alcol e droghe, le persone che fanno esercizio fisico o un lavoro intenso all’aria aperta e le persone con condizioni socio-economiche disagiate.
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Le persone anziane sono tra quelle in assoluto più a rischio, soprattutto se soffrono di malattie croniche: sono più sensibili al calore, hanno uno stimolo della sete ridotto e meccanismi di termoregolazione meno efficienti. Potrebbero quindi avere una minore capacità di difendersi dal caldo, avvertono gli esperti, soprattutto se si trovano in uno stato di ridotta mobilità. Tra le categorie più a rischio anche neonati e bambini: hanno una minore capacità di termoregolazione e, soprattutto quando sono molto piccoli, non riescono a esprimere eventuali disagi legati alle condizioni ambientali. Sono dunque maggiormente esposti al rischio di disidratazione e a quello di un aumento eccessivo della temperatura e le conseguenze, sul sistema cardiocircolatorio, respiratorio e neurologico, possono essere serie.
Anche le donne in gravidanza devono prestare particolare attenzione agli effetti che il caldo può avere sulla salute: le elevate temperature possono infatti provocare la disidratazione e, di conseguenza, la perdita di liquidi e sali minerali preziosi per l’equilibrio materno-fetale. Le donne che soffrono di malattie croniche o quelle che hanno patologie della gravidanza, come la pressione alta o il diabete in gravidanza, possono essere più a rischio di parto prematuro.
Il caldo è un pericolo più serio anche per chi soffre di malattie croniche, come le persone ipertese, cardiopatiche, diabetiche, le persone con insufficienza renale e/o dializzate. Particolarmente vulnerabili anche le persone affette da disturbi psichici: «a causa del loro minore grado di consapevolezza del rischio possono assumere comportamenti inadeguati», sottolinea il Ministero.
Alcuni farmaci possono favorire disturbi causati dal caldo, aggiungono gli esperti, interferendo con i meccanismi della termoregolazione o con lo stato di idratazione di chi li assume. Lo stesso discorso vale per alcol e droghe, che possono aumentare la sudorazione e favorire la disidratazione.
Da non sottovalutare, poi, le condizioni socio-economiche: «la povertà e la solitudine possono ridurre la consapevolezza dei rischi e limitano l’accesso alle soluzioni di emergenza», sottolineano gli esperti.
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1.Evitare di uscire all’aria aperta nelle ore più calde cioè dalle ore 11.00 alle 18.00.
2. Indossare un abbigliamento adeguato e leggero
3. Rinfrescare l’ambiente domestico e di lavoro, schermando le finestre esposte al sole utilizzando tapparelle, persiane, tende etc.
4. Ridurre la temperatura corporea facendo bagni e docce con acqua tiepida, bagnarsi viso e braccia con acqua fresca. In casi di temperature molto elevate porre un panno bagnato sulla nuca.
5. Ridurre il livello di attività fisica, nelle ore più calde della giornata evitare di praticare all’aperto attività fisica intensa o lavori pesanti.
6. Bere con regolarità ed alimentarsi in maniera corretta. Bere almeno 2 litri di acqua al giorno (salvo diversa indicazione del medico curante). Mangiare preferibilmente cibi leggeri e con alto contenuto di acqua (frutta e verdura). Porre particolare attenzione alla conservazione degli alimenti ed evitare di lasciarli all’aperto per più di 2 ore.
7. Adottare precauzioni se si esce in macchina
8. Conservare correttamente i farmaci
9. Adottare precauzioni particolari se si è a rischio come ad esempio: consultare il medico per un eventuale aggiustamento della terapia o della frequenza dei controlli clinici e di laboratorio (ad esempio per i diabetici è consigliabile aumentare la frequenza dei controlli glicemici); segnalare al medico qualsiasi malessere, anche lieve, che sopraggiunga durante la terapia farmacologica; non sospendere mai di propria iniziativa la terapia in corso.
10. Nei periodi prolungati di caldo intenso, prestare attenzione a familiari o vicini di casa anziani, specialmente se vivono da soli e, ove possibile, aiutarli a svolgere alcune piccole faccende, come fare la spesa, ritirare i farmaci in farmacia etc.
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