Il diseguale riscaldamento di zone diverse del nostro Pianeta dà luogo allo spostamento di grosse masse d’aria. Un meccanismo che alimenta anche la Circolazione di Walker, la quale divide la fascia equatoriale in tre grandi celle convettive con direttrice ovest-est, situate rispettivamente su Oceano Pacifico, Oceano Atlantico e Oceano Indiano. In ciascuna di queste celle l’aria sale nel ramo occidentale, ove le acque oceaniche sono più calde, per poi ridiscendere lungo il ramo orientale.
Venti occidentali prevalenti, tipici delle medie latitudini, che si originano sui bordi settentrionali (rivolti verso i Poli) delle cellule anticicloniche permanenti, situate intorno ai 30 gradi di latitudine ed entro le quali si muovono le perturbazioni. Assumono una direzione sud-occidentale nell’emisfero boreale e un direzione nord-occidentale in quello australe.
Con l’espressione wind chill si intende quel fenomeno per il quale, in presenza di vento, la sensazione di temperatura percepita dal nostro organismo risulta essere inferiore rispetto alla temperatura effettiva dell’aria. Il valore di wind chill quindi altro non è che un indice di raffreddamento. Lo si calcola conoscendo i valori della temperatura dell’aria e dell’intensità del vento.
Si intende il gradiente del vettore velocità del vento in una data direzione. Esso è causato dal moto di masse d’aria con differente velocità che vengono a contatto tra loro, ovvero da diverse accelerazioni di masse d’aria vicine.
Si intende la rapida variazione del vento in intensità e/o in direzione ed è la causa più frequente del fenomeno della turbolenza atmosferica. Il wind shear verticale indica la variazione del vento con la quota, il wind shear orizzontale esprime invece la variazione del vento nel piano orizzontale. In particolare il wind shear verticale è quasi sempre positivo in quanto in genere l’intensità del vento aumenta con la quota.